Chi
sostiene che le allergie di stagione non abbiamo nulla a che fare con
l’attività sessuale non ha fatto i conti con i risultati di due ricerche
che, nel bene e nel male, ribaltano questa convinzione.
Un team di ricercatori statunitensi della Cleveland Clinic, in Ohio, ha
stabilito che i ripetuti starnuti, il fastidio provocato dai pruriti, la
difficoltà nel respirare e gli arrossamenti agli occhi provocano un
crollo verticale del desiderio sessuale.
Gli studiosi hanno analizzato un campione di 700 soggetti affetti da
disturbi allergici, messo a confronto con altri gruppi composti
rispettivamente da persone con problemi analoghi, ma non dovuti a
reazione allergiche e da soggetti privi di sintomi. Ne è emerso che
l’83% delle persone appartenenti al primo campione mostrava totale
disinteresse verso il sesso. Tale reazione si spiega anche con
l’assunzione di farmaci antistaminici in presenza di attacchi allergici.
E l’astenia viene generalmente annoverata tra gli effetti collaterali
che contraddistinguono questa gamma di farmaci. Al contrario, uno studio
proveniente dalla facoltà di Medicina dell’Università di Tabriz, nel
nord dell’Iran, sostiene che le allergie primaverili possono essere
contrastate attraverso un’attività sessuale molto intensa.
La ricerca, pubblicata su alcune autorevoli riviste di settore, si basa
sul presupposto che sia le mucose del naso che gli organi genitali
maschili e femminili sono collegati agli stessi centri del sistema
nervoso centrale. .
Abbandonata dal marito, e dalla Asl, con due figli disabili. È la storia di malasanità tutta italiana che Luisa, una donna di Cagliari, sta subendo da qualche anno. I due figli di Luisa Sara e Roberto, soffrono dalla nascita di una malattia misteriosa che accartoccia su se stessa la loro spina dorsale.
I due bambini, inoltre, soffrono di un ritardo mentale che li rende rumorosi, un problema che ha attirato sulla donna le antipatie del vicinato.
«Una volta ho trovato la ruota dell'auto squarciata», ha raccontato Luisa alla iena Pablo Trincia.
Priva di un sostegno economico adeguato per pagarsi un aiuto, la donna
trascorre tutta la giornata in casa con i due figli, impossibilitata ad
allontanarsi. Eppure ha mantenuto un equilibrio mentale invidiabile.
Pablo Trincia si è recato alla Asl di Cagliari sollecitando un
intervento urgente e ha ottenuto, finalmente, l'attenzione sanitaria che
a questa madre coraggio spettava da tempo.
Le coccole fanno bene allo sviluppo psicofisico del bambino. Esattamente
come il cibo, anche l'affetto fa crescere. Sono numerosi gli studi a
sostegno della tesi per cui, al contrario
dei cuccioli di altre specie, il bambino ha bisogno di tenerezza.
La necessità di essere rassicurato e accarezzato amorevolmente è un
bisogno sentito come vitale, esattamente quello della fame. Il senso di
abbandono e lacerazione provato dai neonati a seguito dell'improvvisa
interruzione della vita fetale, può lasciare in loro segni
significativi.
L'unico riparo affettivo è rappresentato dal rapporto empatico con la
madre che si costruisce con uno scambio di sensazioni epidermiche, con
l'allattamento al seno – laddove possibile – e con le coccole.
Fondamentale è creare dei momenti di intimità e di contatto che
rassicurino il piccolo facendogli capire che c'è qualcuno che si prende
cura di lui. Non solo baci, carezze e abbracci ma anche filastrocche
dolci e ninne nanna sussurrate per farlo addormentare...
Tutta quella serie di gesti e parole in grado di accogliere il neonato
con dolcezza, permettendogli di superare con meno difficoltà il
passaggio dal mondo uterino a quello esterno.
Il 25% dei bambini italiani è in sovrappeso, con un picco che si
registra nella fascia d'età 9-11 anni, mentre il 13% è addirittura
obeso.
Da queste premesse è partito uno studio, coordinato dall’Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera San
Camillo Forlanini di Roma, per capire se la dieta della mamma in
gravidanza incide sul rischio per il neonato di sviluppare obesità e
sindrome metabolica nei primi anni di vita.
In Italia l’idea di studiare come i grassi della dieta materna possano
influire sull’espressione del nostro patrimonio genetico (epigenetica
neonatale) è unica nel suo genere: nell’ambito del progetto di ricerca,
finanziato dal Ministero della Salute, saranno dapprima studiate millr
donne in gravidanza per l'intera durata della gestazione (presso il San
Camillo), mentre i nascituri verranno monitorati al Bambino Gesù nei 12
mesi successivi.
Le indagini non invasive sulle mamme si concentreranno sul materiale
biologico (dal cordone ombelicale non criopreservato alla placenta)
mentre sui bambini valuteranno la crescita e alcuni indicatori di
rischio cardivascolare.
Nella notte tra sabato e domenica le lancette vanno spostate avanti di
un'ora, un piccolo cambiamento che si tradurrà in sonnolenza, malumori e
irritabilità per i bambini italiani tra 0 e 8 anni.
Per gli esperti quest'anno i problemi saranno ridotti, e l'adattamento
durerà meno del solito, complice il calendario e la coincidenza con le
feste pasquali.
La raccomandazione dei pediatri è di portare i piccoli all'aria aperta.
Fuori, infatti, fanno esercizio fisico, si distraggono, si stancano. E
il sonno arriva più facilmente. Oppure, se le previsioni saranno
confermate, «si può programmare un pomeriggio in casa con gli amici: il
gioco in gruppo avrà lo stesso effetto.
«Il nuovo orario ha l'effetto di un viaggio da Milano a Londra, con
tutti i disturbi legati al jet lag - spiega il pediatra Italo Farnetani-
ed espone i piccoli, ma anche un 3% di adulti, al rischio di insonnia
notturna e sonnolenza di giorno. Dunque è importante non andare a letto
troppo presto o quando ancora non si ha sonno». Contro l'effetto ora
legale l'errore più diffuso fra le mamme e i papà è «ancora quello di
far finta di niente, mandando i bimbi a letto come al solito».
Secondo l'esperto, invece, quest'anno basterà guardare gli occhi del
bimbo. «Se si chiudono, vuol dire che è stanco e pronto a dormire. Il
mattino dopo, poi, non si dovrà alzare troppo presto, perchè festa, e in
questo modo recupererà appieno e il suo organismo riadatterà più
facilmente il proprio ritmo circadiano al nuovo orario - spiega
l'esperto -
Altrimenti faticherà ad addormentarsi e si sveglierà sempre un'ora prima rispetto al resto della famiglia».
In ogni caso quest'anno il calendario avvantaggia gli ‘scombussolati’,
dato che gli orari saranno già alterati dalle feste, quindi basteranno
tre giorni per adattarsi.
La medicina spesso mette in discussione se stessa e compie inversione di
180 gradi. Un esempio è la relazione tra dermatite topica e
alimentazione. In particolare nei bambini.
Fino a pochi anni fa si pensava che fosse quest'ultima la causa della
malattia della pelle e la soluzione fosse cambiare il menù dei più
piccoli. In realtà si sta scoprendo che le alterazioni strutturali della
pelle sembrano favorire la penetrazione nell'organismo di molecole
sensibilizzanti con relativa comparsa di allergie. Ovvero, la
conseguenza che diviene la causa della patologia.
Si nasce con una predisposizione che porta alla dermatite atopica e alle
varie allergie ma è a causa della dermatite che le persone predisposte
si sensibilizzano e iniziano a produrre anticorpi IgE in eccesso. Curare
adeguatamente la dermatite, quindi, potrebbe in teoria evitare
l'insorgenza delle allergie.
E' questo uno degli aspetti emersi in occasione del Capri Campus 2013
della Federazione italiana medici pediatri. Oltre due milioni di under
12 soffrono di una o più patologie allergiche e, fra queste, le più
importanti sono la rinite, la congiuntivite e l'asma. La frequenza di
allergie è raddoppiata negli ultimi dieci anni e continua ad aumentare
tanto che si prevede entro il 2020 un interessamento della metà della
popolazione.
Voce alta, toni alterati, tensione, e stati di agitazione. Tutto si
riflette negativamente sullo sviluppo cognitivo dei neonati. A lanciare
l'allarme è un ricerca di Phil Fisher e Jennifer Pfeifer
dell'Università dell'Oregon e pubblicata sulla rivista Psychological
Science, secondo cui i neonati che vivono e assimilano le condizioni di
conflittualità tra i genitori subiscono la litigiosità e l’irritazione
anche mentre dormono.
Secondo lo studio le liti alterano l'attività del cervello del bambino e
a lungo termine questo può comprometterne lo sviluppo. Le grida di
mamma e papà vengono riconosciute dal bebè che risponde, a livello
cerebrale, con una reazione più forte rispetto al normale. In primis, ad
essere compressa, è la qualità del sonno.
Ad avere invece una sorta di sussulto, sono le aree neurali legate alla
regolazione delle emozioni e dello stress. Mai pensare che si è liberi
di dare sfogo alla propria impulsività di fronte ad un bambino, anche se
neonato. Certo, non comprende il significato delle conversazioni, ma di
sicuro ne percepisce i toni e la qualità.
Quello delle coliche è un disturbo che colpisce dal 10 al 25% dei
neonati. Caratterizzate da irritabilità e crisi di pianto inconsolabile,
le coliche possono essere scatenate da cause
di tipo gastroenterico o ormonale.
Alcuni addirittura le collegano al temperamento del bambino: sono spesso
i bambini ipersensibili a soffrirne maggiormente. Per distinguere le
coliche dal normale pianto – che è fisiologico durante la crescita – le
crisi devono durare più di 3 ore al giorno, per più di 3 giorni a
settimana e per più di 3 settimane. Non sapere cosa fare stressa molto i
genitori che si sentono impotenti. Il segreto però è non lasciarsi
prendere dal panico e soprattutto non perdere mai la pazienza.
Di fatto non esiste un metodo unico e infallibile per farle passare,
bisogna procedere per tentativi fino a trovare il rimedio giusto per
ogni bambino. Trasmettere senso di contenimento, fare un bagno tiepido,
scaldare l’addome con dei massaggi e cantare qualcosa di melodico e
ripetitivo sono alcuni degli accorgimenti utili a cercare di contenere
il fastidio che genera disperazione nel neonato. Infine, nel caso di
allattamento al seno, si può anche provare a modificare la dieta della
mamma eliminando i prodotti caseari, gli agrumi, gli alimenti speziati e
le bevande contenenti caffeina.
Se si usa il biberon invece, provare a cambiarlo o a cambiare tettarella
può risultare efficace. Per fortuna le coliche, che si manifestano
improvvisamente intorno alla 4-5 settimana di vita, tendono a diradarsi
fino a scomparire altrettanto improvvisamente intorno al terzo mese.