domenica 12 maggio 2013

Sesso e allergie crolla il desiderio

Chi sostiene che le allergie di stagione non abbiamo nulla a che fare con l’attività sessuale non ha fatto i conti con i risultati di due ricerche che, nel bene e nel male, ribaltano questa convinzione.
Un team di ricercatori statunitensi della Cleveland Clinic, in Ohio, ha stabilito che i ripetuti starnuti, il fastidio provocato dai pruriti, la difficoltà nel respirare e gli arrossamenti agli occhi provocano un crollo verticale del desiderio sessuale.

Gli studiosi hanno analizzato un campione di 700 soggetti affetti da disturbi allergici, messo a confronto con altri gruppi composti rispettivamente da persone con problemi analoghi, ma non dovuti a reazione allergiche e da soggetti privi di sintomi. Ne è emerso che l’83% delle persone appartenenti al primo campione mostrava totale disinteresse verso il sesso. Tale reazione si spiega anche con l’assunzione di farmaci antistaminici in presenza di attacchi allergici.

E l’astenia viene generalmente annoverata tra gli effetti collaterali che contraddistinguono questa gamma di farmaci. Al contrario, uno studio proveniente dalla facoltà di Medicina dell’Università di Tabriz, nel nord dell’Iran, sostiene che le allergie primaverili possono essere contrastate attraverso un’attività sessuale molto intensa.

La ricerca, pubblicata su alcune autorevoli riviste di settore, si basa sul presupposto che sia le mucose del naso che gli organi genitali maschili e femminili sono collegati agli stessi centri del sistema nervoso centrale. .

ABBANDONATA DAL MARITO, HA DUE FIGLI DISABILI: "NOI DIMENTICATI DA TUTTI"

Abbandonata dal marito, e dalla Asl, con due figli disabili. È la storia di malasanità tutta italiana che Luisa, una donna di Cagliari, sta subendo da qualche anno. I due figli di Luisa Sara e Roberto, soffrono dalla nascita di una malattia misteriosa che accartoccia su se stessa la loro spina dorsale.
I due bambini, inoltre, soffrono di un ritardo mentale che li rende rumorosi, un problema che ha attirato sulla donna le antipatie del vicinato.
«Una volta ho trovato la ruota dell'auto squarciata», ha raccontato Luisa alla iena Pablo Trincia. Priva di un sostegno economico adeguato per pagarsi un aiuto, la donna trascorre tutta la giornata in casa con i due figli, impossibilitata ad allontanarsi. Eppure ha mantenuto un equilibrio mentale invidiabile.
Pablo Trincia si è recato alla Asl di Cagliari sollecitando un intervento urgente e ha ottenuto, finalmente, l'attenzione sanitaria che a questa madre coraggio spettava da tempo.

mercoledì 8 maggio 2013

Coccolare i neonati per farli crescere sani

Le coccole fanno bene allo sviluppo psicofisico del bambino. Esattamente come il cibo, anche l'affetto fa crescere. Sono numerosi gli studi a sostegno della tesi per cui, al contrario
dei cuccioli di altre specie, il bambino ha bisogno di tenerezza.

La necessità di essere rassicurato e accarezzato amorevolmente è un bisogno sentito come vitale, esattamente quello della fame. Il senso di abbandono e lacerazione provato dai neonati a seguito dell'improvvisa interruzione della vita fetale, può lasciare in loro segni significativi.

L'unico riparo affettivo è rappresentato dal rapporto empatico con la madre che si costruisce con uno scambio di sensazioni epidermiche, con l'allattamento al seno – laddove possibile – e con le coccole. Fondamentale è creare dei momenti di intimità e di contatto che rassicurino il piccolo facendogli capire che c'è qualcuno che si prende cura di lui. Non solo baci, carezze e abbracci ma anche filastrocche dolci e ninne nanna sussurrate per farlo addormentare...

Tutta quella serie di gesti e parole in grado di accogliere il neonato con dolcezza, permettendogli di superare con meno difficoltà il passaggio dal mondo uterino a quello esterno.

Se la mamma mangia male il bimbo diventerà obeso

Il 25% dei bambini italiani è in sovrappeso, con un picco che si registra nella fascia d'età 9-11 anni, mentre il 13% è addirittura obeso.
Da queste premesse è partito uno studio, coordinato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, per capire se la dieta della mamma in gravidanza incide sul rischio per il neonato di sviluppare obesità e sindrome metabolica nei primi anni di vita.

In Italia l’idea di studiare come i grassi della dieta materna possano influire sull’espressione del nostro patrimonio genetico (epigenetica neonatale) è unica nel suo genere: nell’ambito del progetto di ricerca, finanziato dal Ministero della Salute, saranno dapprima studiate millr donne in gravidanza per l'intera durata della gestazione (presso il San Camillo), mentre i nascituri verranno monitorati al Bambino Gesù nei 12 mesi successivi.

Le indagini non invasive sulle mamme si concentreranno sul materiale biologico (dal cordone ombelicale non criopreservato alla placenta) mentre sui bambini valuteranno la crescita e alcuni indicatori di rischio cardivascolare.

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